

Il prodotto ha ottenuto uno o più premi/riconoscimenti dalle riviste o esperti del settore.
Non tutti gli anni si produce questo vino in quanto la produzione è legata direttamente alle condizioni meteorologiche. L’uva si raccoglie il più tardi possibile, di solito a fine novembre, inizio dicembre. È indispensabile che i grappoli siano attaccati dalla muffa nobile e che la temperatura notturna scenda sotto lo zero.
Produttore:
Formato: 375 ml
Informazioni utili
Descrizione
Note di degustazione
Vino di colore giallo paglierino carico.
Dal profumo molto intenso e complesso, nel quale si possono riconoscere molte sensazioni: tra le più evidenti, la frutta matura: pesca, melone, ribes, la frutta tropicale: banana, ananas, mango, frutto della passione, il tutto inserito nell’eleganza derivante dalla muffa nobile.
Al gusto è fresco, pieno, di corpo aromatico e giustamente dolce.
Si sposa con il gorgonzola piccante o formaggi simili, con il paté d’oca e con dolci secchi, crostate.
Vino ottimo da meditazione e da incontro.
Uve da cui è prodotto: Chardonnay, Sauvignon, Riesling Renano, Gewurztraminer, Kerner e varietà resistenti (PIWI).
Collocazione geografica del vigneto: Faedo in località Coveli a 350 m. s.l.m. con esposizione Ovest e in località Palai a 700 m. s.l.m. con esposizione Sud; Grumes in alta Val di Cembra in località Maso Rella a 800/900 m. s.l.m. con esposizione Sud –sud/Ovest.
Sistema d’allevamento: “pergoletta trentina aperta” con 6000 viti per ettaro a Faedo e guyot con 6200 ceppi per ettaro a Grumes.
Tipo di terreno: Faedo si trova tra la formazione permiana della piattaforma porfirica (roccia vulcanica) e i depositi werfeniani di arenarie, siltiti, marne, calcari e dolomie. Il terreno è variabile in profondità da 30 a 100 cm, è di tipo limoso–calcareo e poggia su un conglomerato marnoso.
Maso Rella invece è formato da roccia di origine vulcanica, consistente in porfido disgregato dal colore bruno scuro.
Premi
Produttore
Pionieri della viticoltura eroica
Produrre vino di gran pregio dai vigneti posti tra la Valle dell’Adige e la Valle di Cembra, precisamente sulla collina di Faedo, collina che a detta di molti possedeva una ridotta vocazione vitata. Arrivando un giorno ad un vino dove la chimica non è ammessa, dove tutto deve seguire un filo logico verso la purezza, la purezza assoluta.
“In un mare di schiava,
coltivata a Faedo e venduta agli Alto-Atesini per produrre il “lago di Caldaro” abbiamo puntato su dei vini quasi rivoluzionari per il momento: la Schiava e il Vin dei Molini vinificati in rosato… freschi, fragranti, profumati e a bassa gradazione, in contrasto con un vino, il “lago di Caldaro”, spesso spento, piatto e addirittura abboccato, dolce, con note calde e sovente ossidate, che stavano nauseando un consumatore sempre più esigente e desideroso di novità”