Poderi Luigi Einaudi

QUATTRO GENERAZIONI DI EINAUDI

La storia dei Poderi è una storia di famiglia.

Si racconta che Luigi Einaudi non mancò mai una vendemmia, anche nei lunghi anni che trascorse a Roma, come governatore della Banca d’Italia, Ministro e Presidente.

Dopo di lui, si occupò dell’azienda il secondogenito Roberto, nato proprio a Dogliani, nella Cascina di San Giacomo. Negli anni del Liceo, a Torino, entrò in contatto con importanti figure dell’epoca – Pavese, Bobbio, Mila – che segnarono profondamente la sua crescita.

Ingegnere meccanico, avviò una promettente carriera nella siderurgia e fu tra i fondatori, con Agostino Rocca, del gruppo Techint. Ma il legame con Dogliani non si interruppe mai: dedicò alla sua amata terra impegno ed energia, fu sempre un riferimento per la famiglia e l’azienda, motore silenzioso del suo rinnovamento.

Il nipote Matteo lo ricorda come un uomo eternamente ottimista, curioso e appassionato, fiducioso nell’uomo e nella sua capacità di realizzare ogni cosa.

Alla fine degli anni 80 Paola, figlia di Roberto, lasciò Milano e la sua attività e si trasferì a Dogliani insieme a Giorgio Ruffo, compagno di una vita, per affiancare il padre nella gestione dei Poderi. Con tenacia, entusiasmo e importanti investimenti, rilanciò lo storico marchio, ottenne nuovi successi commerciali e migliorò la qualità dei propri vini, che con lei divennero estremamente eleganti, mantenendo la tipicità del territorio.

Rafforzò le basi dell’Azienda e creò un ottimo gruppo di lavoro, ancora oggi il più grande patrimonio dei Poderi Luigi Einaudi.

Amava la sua terra e la gente di paese ed ebbe un ruolo attivo nella Comunità di Dogliani. Secondo il figlio Matteo, Paola fu “colei che ha fatto più tesoro dei valori della famiglia, della campagna e della terra”.

Oggi alla guida dei Poderi c’è Matteo Sardagna, figlio di Paola, educazione steineriana e laurea in architettura.

I lunghi soggiorni nelle Langhe, le passeggiate da bambino tra le vigne, con il nonno Roberto, hanno sedimentato in lui l’amore verso la terra “fino a diventare un’ossessione, un vero e proprio radicamento sentimentale”. Appassionato di storia dell’arte, soprattutto moderna e contemporanea, Matteo ha assorbito i valori, le passioni e le tradizioni di famiglia: un’eredità importante che si è impegnato a valorizzare, cogliendo le sfide della globalizzazione e trasformando i Poderi Luigi Einaudi in un brand riconosciuto nel mondo.

LUIGI EINAUDI

L’impronta etica del fondatore.

Racconta lo scrittore Ennio Flaiano, ospite del Presidente a una cena ufficiale nei primi anni Cinquanta.

Alla fine di una cena al Quirinale il maggiordomo recò un enorme vassoio, con delle pere molto grandi. Luigi Einaudi guardò un po’ sorpreso, poi sospirò. Io, disse, prenderei una pera ma sono troppo grandi, c’è nessuno che vuole dividerne una con me?

Tutti avvertimmo un attimo di sgomento e guardammo istintivamente il maggiordomo: era diventato rosso fiamma…

Tuttavia lo battei di volata: io, presidente…

Il presidente tagliò la pera, il maggiordomo ne mise la metà su un piatto e me la posò davanti come se contenesse la metà della testa di Giovanni Battista.

Bastano poche righe per tratteggiare la figura di Luigi Einaudi, storico fondatore dell’azienda vinicola che porta il suo nome, nonché primo Presidente della Repubblica democraticamente eletto.

In quel frutto tagliato a metà c’erano il pragmatismo, la sobrietà e la parsimonia piemontese, l’attaccamento alle proprie origine contadine che lo distinsero per tutta la vita.

Ma Einaudi era anche economista: quando nel 1897, giovane e senza mezzi, acquistò il primo podere in San Giacomo a Dogliani, non fu solo nostalgia per il passato e le proprie origini.

Era convinto che l’agricoltura avrebbe portato il Piemonte fuori dalla crisi di quegli anni.

Rilanciare e far crescere il territorio delle Langhe avrebbe migliorato la vita delle persone che lo abitavano.

LE RADICI

L’elevazione della cultura contadina.

Anche come agricoltore Luigi Einaudi dette prova di ingegno e lungimiranza.

Quando utilizzò barbatelle innestate su piede americano per fermare la filossera, aveva di fatto portato nelle Langhe la viticoltura moderna.

Decise, fin dal 1915, di creare una cantina per produrre e imbottigliare il vino, senza limitarsi a vendere le uve. Iniziò da subito ad acquistare vigneti che godevano di una particolare posizione, esposizione e qualità del terreno, per produrre vini migliori.

Lasciò la conduzione delle terre e delle vigne ai mezzadri e alle loro famiglie, perché condividessero la prosperità che contribuivano a creare.

Ogni Podere godeva di una propria autonomia, una modalità allora rivoluzionaria di condurre le proprietà.

Restaurò le cascine e mise a disposizione di chi lavorava la terra trattori, elevatori meccanici, motofalciatrici e rimorchi, che facilitavano i trasporti e alleggerivano il lavoro nei campi, per migliorare le condizioni di vita dei contadini.

LA TRADIZIONE

Una traccia lunga un secolo.

Luigi Einaudi ha lasciato un segno profondo nei Poderi.

Le tre generazione successive hanno fatto tesoro della sua lezione e condiviso i suoi stessi valori.

Agricoltura e viticultura sono cambiate, i mezzadri sono stati sostituiti da coltivatori salariati, con preparazione e competenze diverse. Eppure la famiglia Einaudi ha mantenuto vive molte tradizioni contadine, lasciando per esempio la conduzione dei poderi alle famiglie che da sempre abitavano le cascine.

Chi ha guidato l’azienda ha saputo portare a compimento la visione – così moderna e lungimirante – del fondatore e si è impegnato per migliorare la qualità dei propri vini, contribuendo ad affermarne l’identità e l’eccellenza.

Insieme a molti altri produttori della zona, la famiglia Einaudi ha intrapreso il lungo e articolato percorso che, nel 2006, ha portato all’ottenimento della Docg Dogliani – la massima espressione del legame tra l’uva, il vino e il territorio.

IL FUTURO

La cantina fra passato e futuro.

Oggi alla guida dei Poderi c’è Matteo Sardagna Einaudi, figlio di Paola, educazione steineriana e laurea in architettura.

I lunghi soggiorni nelle Langhe, le passeggiate da bambino tra le vigne, con il nonno Roberto, hanno sedimentato in lui l’amore verso la terra “fino a diventare un’ossessione, un vero e proprio radicamento sentimentale”. Appassionato di storia dell’arte, soprattutto moderna e contemporanea, Matteo ha assorbito i valori, le passioni e le tradizioni di famiglia: un’eredità importante che si è impegnato a valorizzare, cogliendo le sfide della globalizzazione e trasformando i Poderi Luigi Einaudi in un brand riconosciuto nel mondo.