Castello del Terriccio

Cenni storici

In questo territorio collinare la viticoltura risale ai tempi degli Etruschi, che tra l’800 e il 500 a.C. dominavano questo tratto di Toscana dediti soprattutto all’estrazione mineraria, ma è al Medioevo che ci riportano le rovine del castello di Doglia, detto del Terriccio. Strategicamente posizionato in cima alle colline, esso aveva funzione di torre di segnalazione e protezione per gli abitanti delle pianure che all’avvistamento delle vele saracene vi accorrevano per trovarvi rifugio.

Negli anni ’80, durante gli scassi per piantare i primi vigneti di Lupicaia, è stato ritrovato nel terreno un reperto raffigurante il sole etrusco e da quel momento è stato utilizzato in forma stilizzata come logo aziendale.

Castello del Terriccio ha dunque una storia millenaria. Tra il Duecento e il Trecento, il vescovo di Pisa, nipote di papa Bonifacio VIII, in nome della Chiesa Romana concesse in enfiteusi la Tenuta ai conti Gaetani. Alla fine del Settecento, rimasto senza eredi quel ramo della famiglia Gaetani, il Terriccio fu acquistato dai principi Poniatowski, emigrati dalla Polonia, ai quali la proprietà appartenne fino alla prima metà del ‘900. I Poniatowski trasformarono la realtà fortificata del castello in un’attività agricola: di qui la costruzione della fattoria per organizzare la produzione di grano, olive e uva, la realizzazione della cantina aziendale e degli altri fabbricati e casali.

La moderna storia del Terriccio inizia nella prima metà del ‘900, quando la Tenuta viene acquisita dai Marchesi Serafini Ferri, famiglia d’appartenenza dell’attuale proprietario. Con gli importanti interventi di miglioramento fondiario realizzati negli anni venti, i Serafini Ferri portano l'azienda ad una fisionomia molto vicina a quella attuale. Fino agli anni settanta del novecento la Tenuta è ripartita tra 63 famiglie mezzadrili che abitano all’interno del borgo del Terriccio ed è tanto famosa per l'attività cerealicola da conquistare il record europeo di produzione del granturco in secondo raccolto.

E’ a Gian Annibale Rossi di Medelana (1942-2019), che Castello del Terriccio deve la notorietà e l’importanza di cui gode attualmente nel mondo come azienda vinicola vocata alla produzione di vini di altissima qualità. Dopo aver ereditato l’azienda nel 1975, egli decide di rifondarla, consacrandola a luogo di ricerca dell’eccellenza nei vigneti e nei vini, mantenendo intatto l’antico carattere e difendendo un patrimonio territoriale di grande valore e straordinaria bellezza.

Oggi la proprietà è passata a Vittorio Piozzo di Rosignano Rossi di Medelana, unico nipote del cavalier Gian Annibale. Anch’egli discendente da nobili famiglie con ampi possedimenti terrieri nel Paese che risalgono ai secoli passati, Vittorio Piozzo di Rosignano ha lasciato alle spalle i suoi trascorsi in finanza per dedicarsi alla gestione delle attività agricole di famiglia e ora alla conduzione in prima persona di Castello del Terriccio.

La Tenuta

Castello del Terriccio rappresenta una delle maggiori proprietà agricole di Toscana: circa 1500 ettari complessivi, dei quali 65 destinati a vigneto e 40 a uliveto, estesi lungo il limite settentrionale della Maremma Toscana nelle vicinanze di Bolgheri.

La fortunata combinazione tra suolo, aria e luce, rendono unico questo microcosmo dove si integrano con equilibrio la natura e l’intervento dell’uomo che, con lungimiranza, ha saputo salvaguardare nel tempo la biodiversità del territorio mantenendo la presenza di differenti coltivazioni e di vegetazione spontanea accanto ai vigneti.

La Tenuta offre vedute di rara bellezza e suggestione: ai vigneti si alternano boschi di cerri, querce, lecci, eucalipti e la macchia mediterranea che colora e profuma il paesaggio. Oltre la macchia ancora prati, casali, distese erbose digradanti fino al mare che limita la costa maremmana tra Castiglioncello e Bibbona. I molti torrenti e il lago che li raccoglie, assicurano l’acqua alla flora e alla abbondante fauna selvatica.

Dalla proprietà si vedono, nei giorni limpidi, quattro isole dell’arcipelago toscano. Al tramonto lo spettacolo del sole infuocato che sparisce nel Tirreno. I ruderi del castello di epoca medioevale che dà il nome alla Tenuta si trovano sul colle più alto, quello che gode della vista più elevata.

Oltre ai vigneti e agli uliveti la proprietà comprende un importante allevamento Bovino allo stato brado di razza Limousine.

I Vigneti

La coltivazione della vite in queste terre risale all’epoca etrusca. Alla fine degli anni ottanta del novecento s'inaugura la nuova fase di viticoltura con l’intento di esplorare sino in fondo le potenzialità del territorio e la sua effettiva vocazione.

La grande estensione della proprietà ha consentito in fase di impianto dei vigneti di scegliere a macchia di leopardo i terreni più vocati per caratteristiche del suolo, punto di rugiada, esposizione alle brezze marine ed esposizione alla luce. I 65 ettari di vigneto sono posizionati in modo che il mare faccia da specchio e quindi la luce vi arrivi di riflesso, con una durata più prolungata rispetto a quella diretta del sole. I terreni sono quelli in cui gli elementi minerali, tra cui ferro e rame, si mescolano alla tessitura di medio impasto con una equilibrata interazione di sabbie, limo e argilla.

La scelta delle varietà da portare al Terriccio è stata particolarmente scrupolosa, compiuta con una accurata selezione di ceppi internazionali e quindi diversi dal Sangiovese e dalle uve bianche tradizionali fino ad allora coltivate, intravedendo la possibilità di raggiungere con nuovi vitigni risultati importanti e allo stesso tempo in grado di mantenersi costanti sui più alti livelli di qualità. Dopo lo Chardonnay introdotto nel 1988 e il Sauvignon Blanc nel 1989, sono poi seguite le uve a bacca rossa: il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon e il Merlot, che hanno trovato una particolare espressione nei territori della proprietà, arrivando a superare i risultati conseguiti nei luoghi da cui tradizionalmente provengono.

Il percorso di ricerca è continuato nei primi anni novanta, quando sono stati introdotti Syrah e Petit Verdot, impiegati per sperimentazioni in vigna al fine di ampliare la piattaforma ampelografica e utilizzati in micro-vinificazioni in cantina per verificare la capacità d'ambientamento e di espressione.

I vigneti sono allevati a cordone speronato per le uve a bacca rossa e a guyot per le uve a bacca bianca. A tutela delle risorse idriche superficiali e profonde, a contrasto dell’erosione e per la salvaguardia della biodiversità, viene mantenuto l’inerbimento a filari intercalari, con semine autunnali sovesciate. Le densità di produzione adottate nei nuovi impianti sono pari a circa 6.250 ceppi per ettaro.

L'obiettivo perseguito su tutti i vitigni, soprattutto con l'arrivo in azienda nei primissimi anni ’90 dell'enologo Carlo Ferrini, è consistito nell'abbattimento della produzione, portata a 900 grammi di uva per pianta. In questo modo si è potuto ottenere una naturale ricchezza e concentrazione dei vini, con una carica polifenolica importante, una grande struttura accompagnata allo stesso tempo da una particolare sofficità, e con una notevole capacità di invecchiamento.

I nuovi vitigni si dimostrano subito capaci di esaltare incredibilmente il carattere dei vini e di trasmettere loro tutto il calore, la luminosità e la ricchezza di questo tratto particolare della costa toscana. Nel 1992 nasce il Tassinaia, primo vino ideato da Gian Annibale Rossi di Medelana, poco dopo, nel 1993 nasce Lupicaia che rivela da subito la dirompente classe del campione e nel 2000 vede la luce Castello del Terriccio che immediatamente si impone come secondo fuoriclasse dell’azienda.

La Vendemmia

La data della raccolta varia di anno in anno sulla base dell’andamento climatico della stagione. Di grande importanza è il costante monitoraggio del grado di maturazione del frutto: le uve vengono analizzate con grande frequenza a partire dall’invaiatura per determinare il giorno d’inizio di vendemmia per ciascuna particella. La vendemmia delle uve destinate a Lupicaia e Castello del Terriccio viene effettuata a mano.

La Vinificazione

La cantina, il cui impianto risale all’Ottocento, ha mantenuto nel tempo la struttura originaria, con il soffitto a volte e i mattoni a vista, nel rispetto di uno stile aziendale che considera l’integrazione con l’ambiente, la storia e la tradizione una regola essenziale e un punto di forza. Non si rinuncia però alla efficienza e alla funzionalità dei moderni locali e attrezzature della nuova cantina dove i serbatoi in acciaio, i Tonneaux e le Barriques in rovere di Allier, hanno da tempo sostituito le vecchie botti in rovere di Slavonia. Le tecniche di vinificazione adottate per tutti i vini sono semplici e prevedono il massimo rispetto delle caratteristiche originarie delle uve e dello speciale accento conferito loro dal territorio di provenienza. La vinificazione avviene separatamente e con tempi variabili in relazione alle singole varietà, parcelle e annate. Senza alcuna chiarifica, queste sono poi poste in Tonneaux di Allier nuove per Lupicaia e Castello del Terriccio che vengono successivamente riutilizzate per Tassinaia. I vini rimangono in legno per un periodo medio di 22 mesi per Lupicaia e Castello del Terriccio, di 16 mesi per Tassinaia, prima che venga effettuato l'assemblaggio. Ad ogni vino è dato tutto il tempo necessario per affinarsi ed esprimersi compiutamente lasciando ampi spazi di evoluzione e di miglioramento. Dopo l'imbottigliamento tutti i rossi riposano per alcuni mesi per un ulteriore affinamento. Castello del Terriccio oggi produce 200.000 / 250.000 bottiglie l'anno.

La Cantina Nuova

Questo edificio è stato realizzato sotto terra per mantenere le giuste temperatura e i valori di umidità in modo naturale e senza dover ricorrere al consumo di energia.

Al suo interno gli spazi sono occupati per intero da cisterne in acciaio troncoconiche, vasche in cemento Tulipe, vasche troncoconiche in legno.

Una volta terminata la fase di vinificazione i vini vengono destinati all’invecchiamento.

La scelta tra i diversi tipi di affinamento (acciaio, cemento e legno) assicurano ai nostri vini complessità ed eleganza.

Le vasche in acciaio sono utilizzate per i vini che necessitano un affinamento breve.Le vasche in cemento sono eccellenti contenitori per i vini con affinamenti medio lunghi e garantiscono un naturale grado di isolamento. I tonneaux di rovere francese sono ideali per i vini di grande struttura; la porosità e i diversi gradi di tostatura da noi selezionati garantiscono il lento e costante scambio di ossigeno al vino.

La Cantina Storica

Situata al piano terra di uno degli edifici storici dell’antico borgo, risale alla seconda metà dell’800 come testimonia la data sul portone di ingresso, quando si iniziò a produrre vini di qualità al Terriccio.

E’ stata utilizzata per lo svolgimento di tutti i processi di vinificazione dei nostri vini fino al 2005 quando è stata inaugurata la nuova cantina e ancora oggi ospita a dimora alcune fasi di invecchiamento dei vini.